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CHIETI 1943-1944 Mai più è stata città aperta come allora

CHIETI 1943-1944 Mai più è stata città aperta come allora
Il 26 settembre 1943 i tedeschi occuparono la città di Chieti, issando la bandiera germanica sul Palazzo Mezzanotte. Iniziò per la città un lungo inverno tra bombardamenti, violenze e un fiume interminabile di profughi, tanto che la popolazione passò da 37.000 a 140.000 anime.
La fiera gente di Chieti — così come dell'intero Abruzzo — non subì passivamente la presenza dei tedeschi in casa e declinò la propria “resistenza” al nemico in modi diversi e plurali. Diverse, ma concentriche, furono per esempio le azioni dell'Arcivescovo Mons. Venturi, del Podestà Gasbarri e del Capo della Provincia Girgenti affinché Chieti fosse dichiarata “città ospedaliera” o “città aperta”. Egualmente finalizzati a tutelare e sollevare la popolazione residente furono sia l’impegno messo in campo dalla dirigenza della Cassa di Risparmio della Provincia per mantenere in vita l'intera popolazione, sia l’azione diplomatica che Mario Castellani e Amedeo Faggiotto svolsero nelle vesti di pluripotenziari dell'Arcivescovo sia presso la Segreteria di Stato di Sua Santità, sia presso i rappresentanti delle Potenze belligeranti (Germania, Inghilterra e Stati Uniti).
Ci fu Resistenza quando il 16 settembre 1943 il tenente dei carabinieri Camillo Isaia, assieme ad alcuni cittadini, impedì ai tedeschi di impadronirsi degli automezzi lasciati in Piazza Vittorio Emanuele II dall'esercito italiano; del pari fu resistenza quella delle donne che fecero slittare di tre giorni l'inizio dello sfollamento a causa della neve; quella del Podestà che distribuì circa il doppio delle tessere per sfamare la popolazione civile; quella dei Vigili Urbani, dei Soldati, delle Guardie di Finanza e dei Vigili del Fuoco che si rifiutarono di eseguire le disposizioni sullo sfollamento. E Resistenza fu quella dei giovani patrioti della Banda Palombaro, che persero la vita l'uno dopo l'altro a seguito delle rappresaglie dei fascisti e dei tedeschi.
Durante l'occupazione tedesca Chieti, dunque, ha scritto una bella e valorosa pagina della sua gente. Una pagina che dovrebbe essere conosciuta e tutelata dalle nuove generazioni affinché acquisiscano coscienza civica e rispetto del proprio passato.

Enrico Bucci
CHIETI 1943-1944 Mai più è stata città aperta come allora
Presentazione di Maria Teresa Giusti
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-3305-098-0]
Pagg. 304 - € 25,00
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