La bellezza dei paesaggi e la bellezza delle città sono state tutt’uno con l’agri coltura e l’urbis coltura, pratiche volte a rendere abitabile il mondo. All’origine dell’urbanità e della bellezza civile c’è una generosità interessata: la contropartita, per chi le promuove e vi partecipa, è l’elevamento della qualità dell’esistenza propria e degli altri. Dove il bello, prima di essere un risultato, è un elemento motore. Se l’urbanità è illuminata dalla bellezza, senza l’urbanità la bellezza civile è impossibile.
Nell’arte di costruire città l’Italia è stata maestra della bellezza d’assieme. Ha inventato l’armonia complessa derivante dall’interazione dialogica degli organismi edilizi; una modalità compositiva governata dalla tensione che infonde qualità teatrale agli spazi aperti pubblici, così da fare della stessa ‘scena’ la rappresentazione del convivere. Oggi il Bel Paese sembra aver dimenticato quest’arte, per divenire terreno di incursione di esibizionismi devastanti che allontano l’ambiente costruito dall’urbanità.
Il libro entra nel vivo della crisi indicando qualche via d’uscita.
Giancarlo Consonni
URBANITÀ E BELLEZZA Una crisi di civiltà
Edizione Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-983-7]
Pagg. 72 - € 8,00