La storia della Chiesa in Messico rappresenta un esempio di coraggio e resistenza, sottomessa a una violenta ostilità dal 1911 al 1940. Fu così aspra che Pio XI la paragonò a quella dei primi secoli cristiani.
Le forze liberali e massoniche trionfatrici nel 1917, erano nelle mani di uomini visceralmente nemici della Chiesa, che operarono nel tentativo di cancellare per sempre l'uomo cattolico messicano. Una così forte intolleranza era dovuta al carattere popolare del Cattolicesimo messicano, la cui diffusione fra la gente era così incomoda da dover essere soppressa con la forza. All'inizio, poiché era impossibile realizzarlo con le armi, si cercò di farlo con le leggi. Ma quando si dimostrarono inefficaci, si tornò ai plotoni di esecuzione.
Nessuno dei Martiri fu sottomesso a un processo legale; nessuno fu condannato per crimini accertati dalla legge. Come in ogni persecuzione, il motivo della condanna fu la semplice appartenenza esplicitamente professata a Gesù Cristo, confessato senza ambiguità con quel grido ripetuto mille volte da quei martiri prima di morire: Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe!
Il "basso popolo cristiano", secondo l'espressione usata dai massoni e dai liberali riformisti di allora, rimase fedele alla sua fede nonostante le ostilità della massoneria infiltrata nella borghesia economica e intellettuale.
Molti sacerdoti morirono mentre si recavano a celebrare la messa (nonostante la proibizione di farlo), alcuni con le specie consacrate in bocca, per difenderle dalla profanazione.
Luigi Ziliani
CRISTIADA Messico martire Storia della persecuzione
Edizioni Amicizia Cristiana
[ISBN-978-88-89757-45-1]
Pagg. 216 - € 15,00