“Mancavano pochissimi giorni al diciassettesimo compleanno di Diomira, quando in una freddissima mattina di gennaio del 1915 uno spaventoso terremoto ingoiò la città di Avezzano. Nella Marsica si contarono 30.000 morti. Il 90% dei suoi abitanti scomparve sotto le macerie e la neve…. E appena quattro mesi dopo, i pochi giovani sopravvissuti partirono per il fronte della Prima guerra mondiale”.
Diomira è una contadina analfabeta, nata a Capistrello, nel 1898, nell’Abruzzo più rude e povero, ma nel corso della sua vita è testimone di eventi epocali: terremoti, pandemie, due guerre mondiali e poi l’arrivo della televisione, delle macchine a motore, del frigorifero e della lavatrice. Attraversa un secolo in cui la società rurale dei “cafoni”, di siloniana memoria, diventa sempre più tecnologica. Eppure grazie alla sua memoria prodigiosa riesce a trasmettere, insieme ai ricordi della sua vita vissuta, la testimonianza di una cultura scomparsa e lo fa solo con la sua voce, i suoi racconti, i suoi canti.
Il viaggio che l’autrice compie invece a ritroso nel tempo, ha lo scopo di ritrovare in quei ricordi, testimonianze e documenti, una persona straordinaria, nella sua semplicità, che lei chiama Mammuccia perché a Capistrello le nonne si chiamano affettuosamente così.
Mira Carpineta
NA OTA NÒ...
Presentazione di Goffredo Palmerini
Edizioni Tabula fati
[ISBN-979-12-5988-130-4]
Pag. 120 - ill. - € 12,00