Leggere avidamente i romanzi e i racconti di Emilio Salgari, ossia divorare quelle entusiasmanti pagine sino alla fine senza soffermarsi, come accadeva soprattutto un tempo, se è una delle ragioni per cui milioni di persone di entrambi i sessi, di ogni età e di ogni ceto sociale hanno creato un mito duraturo, hanno coltivato nostalgie senza tempo e hanno dato vita al longevo fenomeno del “salgarismo”, giunto sino a noi, è anche risultato un comportamento riduttivo per certi versi.
La lettura quasi compulsiva e avida di emozioni, ha infatti, in qualche modo e sovente, causato la perdita di quel magico momento che richiede una piccola attenzione supplementare e che ha nome serendipità. La serendipità, quanto mai potenziale in quelle pagine, consiste nel trovare involontariamente piccoli tesori che sanno destare ulteriori piaceri e importanti soddisfazioni.
Salgari amava “giocare” con i lettori, ammiccare tra le righe, mescolare fonti impensate a suggestioni ineffabili in una officina alchemica dove materiali diversi sono stati trasformati in prodotti autonomi e pieni di energie.
Sono appunto alcuni di quei tesori nascosti che vengono presentati in questo libro, come nelle “Stanze segrete” già pubblicate, allo scopo di mettere man mano in piena luce un’opera che non sempre si è saputo osservare in tutta la sua complessità.
Tanti piccoli tesori formano una ricchezza straordinaria. E Salgari è sempre stato estremamente generoso e del tutto coinvolto nel proprio lavoro, massacrante anche se inadeguatamente ricompensato.
Felice Pozzo
NELLA LABIRINTICA OFFICINA DI EMILIO SALGARI
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-3305-507-7]
Pagg. 128 - ill. - € 11,00