Dio si affacciò sulla terra e vide l’immane tragedia che ne straziava ogni lembo. “Pensa”, si mise a pensare, “se fossi stato io l’artefice di tutto questo”. Quindi, confortato: “Meno male che non esisto”.
Esisteva il microscopio al tempo della Creazione? Sicuramente sì. Sennò il Creatore, quando creò i microbi, non avrebbe potuto nemmeno vedere se gli erano riusciti bene.
Anche per i grandi e celebrati eroi, per esempio del fumetto, la vita non è foriera di sole gratificazioni. Pensate a Braccio di Ferro: l’intera esistenza senza mai poter entrare in una banca, per via del metal-detector.
Paradossi, aforismi, letture minime delle cose esistenti. «La scrittura di Rosato — aveva annotato Francesco Iengo nell’introduzione a Concerto sul colle (Solfanelli, Chieti 1989) — pare essersi stabilizzata su registri che stanno tra Andersen e Kafka: oltre beninteso sulla più ravvicinata, e diletta, traccia flaianea.»
La cifra non è mutata. In questo libro egli vede tutto destinarsi alla rottamazione, all’usa e getta: non solo gli oggetti di consumo ma le parole, i discorsi infiniti e irrisolventi che affollano i media e riempiono le nostre giornate di grandi certezze sempre provvisorie, di progetti poi regolarmente elusi, di promesse di metamorfosi continuamente smentite. L’inventario che queste paginette tentano è come un affettuoso gesto di saluto a tutto ciò che ci passa accanto, ci sfiora e va a perdersi.
Giuseppe Rosato
USA E GETTA Parole (e altro) in transito
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-281-2]
Pagg. 72 - € 7,00