Dopo La Besa (Solfanelli, Chieti 2017), romanzo di memoria, sguardo caleidoscopico rivolto al passato familiare, agli anni incontaminati della giovinezza, alle figure domestiche che sopravvivono al tempo in una scrittura tersa e affettuosa, ecco i racconti Gli occhi di Argo.
In parte già apparsi su “La Città”, quotidiano della provincia di Teramo, apparentemente generati in modo occasionale dagli spunti della vita quotidiana di questi ultimi, indecifrabili anni: la pandemia, un pensionamento, la malattia, i social...
Ma, se tornano certe costanti della scrittura di Lucia Vaccarella, la casa, il passato, la solitudine, l'incombere della grande Storia su quella minuta e frastagliata degli individui, non è da sottovalutare il suo istinto più profondo, fatto di ironia e a volte di sarcasmo.
Sul piano narrativo, la scrittrice abruzzese sa trovare soluzioni che tengono distante la trappola del sentimentalismo, o forse, meglio, lo tengono a bada, nutrendosene con prudenza, spostando la visuale, giocando con il fraintendimento, inerpicandosi lungo i sentieri del sogno o della fantasia, dove i caratteri più bizzarri della commedia umana sembrano stranamente riconciliarsi con la vita, ammiccando al lettore con complicità.
Lucia Vaccarella
GLI OCCHI DI ARGO
Copertina di Marica Caramia
Edizioni Tabula fati
[ISBN-979-12-5988-222-6]
Pag. 168 - € 13,00