Le questioni economiche possono abbagliare, farci credere di essere sull’orlo del precipizio. Eppure, guardando al passato, qualcosa di simile è già successo.
Federico Caffè, nato a Pescara nel 1914, ha interpretato gli eventi del suo tempo con grande lucidità, dall’inflazione alla disoccupazione, da quello che sarebbe derivato con l’ingresso nell’Euro fino ai rialzi dei tassi d’interesse.
Sono argomenti del secolo scorso, eppure sembra di parlare di questioni dei nostri giorni.
Ciò che differenziava lo stile di Caffè nell’affrontare i problemi dell’economia è racchiuso in una sua famosa frase: “Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili”.
Questo volume non è una lezione di economia. È piuttosto il ripercorrere del pensiero di un economista forse poco conosciuto che ha avuto tanta lucidità nell’osservare ciò che lo circondava. Questa capacità lo portò ad avere ben chiaro la strada che l’economia avrebbe imboccato negli anni successivi.
Pare il caso di dire che giustamente Seneca scriveva a Lucilio “Sarai meno schiavo del domani, se ti sarai reso padrone dell'oggi.”
Renato e Aniello di Maio
IL MIO NOME È FEDERICO CAFFÈ
Presentazione di Silvestro Profico
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-3305-539-8]
Pag. 144 - ill. - € 12,00