Drammatizzare alcune Novelle della Pescara, affidando a un noto regista un testo “corale” da rappresentarsi non in un classico spazio teatrale, né come atto unico, bensì nelle strade intorno alla casa del Vate, in scene che potevano essere recitate contemporaneamente, in maniera che il pubblico, diviso in gruppi, potesse assistere ai singoli episodi spostandosi da una via all’altra. Gli spettatori avrebbero dovuto immaginare di assistere a scene della vita reale, incontrando come casualmente, durante una qualsiasi passeggiata, i tipi magistralmente descritti da d’Annunzio.
Il lavoro è soprattutto un sentito omaggio al grande scrittore pescarese, che – quale che sia il giudizio che anche i più severi critici hanno voluto stilargli contro – ha avuto l’indubbio merito di aver sollevato la letteratura italica dall’ambito provinciale in cui, nel secondo Ottocento, rischiava di ristagnare e – nel bene e nel male – ha saputo creare uno stile (non solo letterario) unico.
La rielaborazione scenica di sette Novelle della Pescara ("La fine di Candia", "Il traghettatore", "Il cerusico di mare", "Gli idolatri", "La veglia funebre", "L’eroe" e "La morte del Duca d’Ofena") è seguita da un saggio sulla visione della religiosità nella Figlia di Iorio.
Gianandrea de Antonellis
LA FINE DI CANDIA
e altre scene dalle Novelle della Pescara di Gabriele d’Annunzio
Edizioni Tabula fati
[ISBN-979-12-5988-330-8]
Pag. 104 - € 10,00