Qualche settimana prima, sia pure con qualche esitazione, Henrik Ibsen aveva deciso di risiedere a Ischia, insieme alla moglie Suzannah e al figlio Sigurd.
Grazie ad alcuni connazionali del Circolo Scandinavo, era riuscito a trovare una sistemazione abbastanza confortevole nella Villa Pisani, a Casamicciola, una località di pochi abitanti che presentava il vantaggio di una vista magnifica e un ambiente assai tranquillo. Nulla a che vedere con l’infinito bailamme di Roma, dove troppo spesso era stato interrotto da mille svariati motivi.
Distrazioni di ogni genere nell’Urbe, il che era una cosa inammissibile per lui.
A Ischia si è sentito subito fortunato perché ha trovato il silenzio e la concentrazione che da tempo cercava. Sa bene che non avrà pace finché non sarà in grado di chiudere il lavoro che ormai lo sta impegnando da un bel po’ di mesi.
È assediato da troppi pensieri e da troppi spettri che, comunque, riesce a tenere a bada. Non vuole dare spazio al passato: la sua ambizione chiede la precedenza su tutto. Sente il bisogno di dimostrare a se stesso e alla Norvegia intera chi è veramente Ibsen. Fin dove arriva il suo talento di poeta e drammaturgo.
Francesco Marroni
HENRIK IBSEN e la spettralizzazione del reale
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-3305-613-5]
Pagg. 122 - Euro 10,00