Nelle rapide annotazioni di Cherosene Beniamino Biondi ci offre il suo frammentario rapporto sul mondo come l’ha conosciuto nei suoi trentacinque anni di vita di siciliano impegnato culturalmente nella scrittura e nella critica. Qual è il risultato di questo Piccolo Testamento di Biondi in versi franti? Piuttosto sconsolante, parrebbe. È un mondo urbano abitato da larve al limite della sopravvivenza, fatto di periferie industriali, bidonville, bassi, interni cupi. É un inventario da cui trapela poca luce, condotto nel corso di una trentina di schegge frammentarie, anche lapidarie.
Predomina il senso di un discorso, o chiacchiera, dal carattere fatico, cioè quasi più orale che scritta. L’estro formale, sempre contenuto, sottolinea quelle che sono in effetti delle microstorie di un mondo banale senza redenzione. Prevale il sentimento di un inventario del caos in tonalità saturnina o malinconica, con una presenza ricorrente della morte, anch’essa anonima.
Sicché anche per Biondi si può ripetere ciò che Emerson affermava del genio: “Non deve studiare la propria posizione, né mettere le cose in una luce favorevole; in lui è la luce, da lui ogni cosa è illuminata fino al suo centro”.
Beniamino Biondi
CHEROSENE
Presentazione di Massimo Bacigalupo
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-328-4]
Pagg. 56 - € 7,00